15 settembre 2024

FERMIAMO LE POLITICHE DEVASTATRICI DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE TORINESE!


PRESIDIO CITTADINO
LUNEDI' 23 SETTEMBRE, ORE 16
PIAZZA PALAZZO DI CITTÀ

Finisce il festival TODAYS ma continua la nostra mobilitazione contro i/le responsabili della devastazione del Parco della Confluenza.

Il verde pubblico urbano continua ad essere sotto attacco da parte del Partito Democratico e dei suoi alleati in Consiglio comunale. Abbiamo visto tutt* lo stato di distruzione in cui è stato lasciato il parco  nei giorni successivi al festival, mentre in contemporanea sono iniziati i lavori di devastazione della "Cittadella dello Sport" al Parco del Meisino. 

L'attuale amministrazione comunale continuerà a speculare sulle aree verdi, negandone l'utilizzo ai cittadini e provocando gravi conseguenze a livello ambientale. Coloro che provano a contestare questa politica, la cittadinanza e i comitati che si oppongono, vengono trattati come un problema di ordine pubblico. E le loro istanze vengono represse dai manganelli delle forze dell'ordine, esattamente come è successo al Meisino, dove le proteste dei cittadini hanno incontrato i cordoni della celere a proteggere la devastazione del parco.

Ora tocca a noi fermare questa tendenza e scendere in piazza per opporci alle politiche scellerate di questa amministrazione comunale.

Lunedì 23 settembre ci troveremo davanti al Comune di Torino, in contemporanea al Consiglio Comunale, per contestare le scelte in materia di parchi e aree verdi: per questo nei giorni scorsi abbiamo inviato all'amministrazione una lettera pubblica per scongiurare l'utilizzo del Parco della Confluenza o di altre aree verdi per le prossime edizioni del festival TODAYS.

In vista del nuovo bando, che probabilmente uscirà già a ottobre, vogliamo continuare a fare pressioni sull'amministrazione torinese affinché si faccia carico delle proprie responsabilità e decida finalmente di ascoltare le rivendicazioni della cittadinanza e dei comitati ambientalisti.

Non ci fermeremo finché TODAYS non verrà spostato dal Parco della Confluenza o da qualsiasi area in cui possa provocare un danno ambientale.


Lettera all'Amministrazione comunale di Torino: non utilizzate parchi e aree verdi pubbliche per la realizzazione di TODAYS e di grandi eventi!


 

- al Sindaco della Città di Torino

- agli assessori e alle assessore della Giunta Comunale
- a consiglieri e consigliere e alla presidente
  del Consiglio Comunale della Città di Torino
 
e per conoscenza:
- alla cittadinanza
- a comitati e associazioni 
- ai mezzi di informazione
 
 
 
Con questa lettera aperta, indirizzata all'Amministrazione della Città di Torino, vogliamo dare seguito a quanto da noi annunciato lo scorso 2 settembre, ovvero l'ultimo giorno del TODAYS Festival: la nostra mobilitazione terminerà soltanto quando il Parco della Confluenza e le aree verdi cittadine saranno salvate dalla speculazione e devastazione portate dai grandi eventi.
 
Per questo motivo, nel mese scorso e durante tutta la durata del festival abbiamo duramente contestato, in varie forme, la decisione del Comune di permettere lo svolgimento di un grande evento che avrebbe seriamente compromesso l'ecosistema del Parco della Confluenza e la Zona di Protezione Speciale del Parco del Meisino. Una decisione totalmente in contraddizione con i discorsi del Comune sul proprio impegno ambientale, che è stata contestata anche dalla Consulta per l'Ambiente e per il Verde del Consiglio Comunale, la quale ha posto l'accento sul delicato equilibrio degli habitat delle zone verdi in questione, inadatte ad ospitare un festival.
 
Nonostante ciò il Comune, pur avendo facoltà di impedirlo, ha deciso di portare avanti questo scempio. Il bando della Fondazione per la Cultura Torino lasciava ai partecipanti totale libertà sulla scelta dell'area e assegnava appena 5 punti alla "sostenibilità ambientale", concettualmente ridotta ai minimi termini: cinque punti per di più da condividere con la mobilità dolce (che di fatto è stata ostacolata con la chiusura della pista ciclabile che attraversa il parco). Avendo escluso dal campo visivo l'impatto sulla vegetazione e sulla fauna, il fatto che la Fondazione Reverse, vincitrice del bando, abbia indicato come sito del festival il parco della Confluenza è stato giudicato positivo per meri criteri economici di capienza e facilità di gestione, senza alcuna considerazione per le sue caratteristiche ecologiche e per le normative che ne derivano: tanto è vero che l'Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese ha dichiarato, in un'audizione in Comune il 20 giugno, di aver appreso dai giornali che che nel parco si sarebbe tenuto il festival. A questo punto la Fondazione Reverse ha presentato una tardiva istanza di Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA)  in cui, forse per farsi beffe delle proteste degli ambientalisti, ha indicato tre collocazioni alternative una più impattante dell'altra, compreso l'isolone Bertolla (peraltro già devastato da questa Giunta, che ha consentito che fosse in parte trasformato in pascolo, con abbattimento di molti alberi). L'Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese alla fine si è piegato a questa violazione della procedura, emettendo la Valutazione d’Incidenza Ambientale appena 6 giorni prima dell'inizio del festival. Nella VIncA l'Ente ha indicato misure, secondo noi molto deboli, per mitigare i danni alla fauna selvatica e alla vegetazione arrecati dalla presenza di migliaia di persone, dal grave impatto sonoro e luminoso di sei serate di concerti e dall'impatto del montaggio di impianti e attrezzature in una vasta area. 
 
La logica era chiara: obbligare l'Ente a non mettersi di traverso chiedendo lo spostamento del festival in altro sito, dato che ormai era organizzato, i biglietti erano già venduti e non si era lasciato alcuno spazio per cambiamenti sostanziali. Dopo l'evento,  la Direttrice dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese ha invitato il Comune a "considerare altre aree per questi eventi". Una dichiarazione che sostanzialmente ammette l'inconsistenza della VIncA prodotta dall'Ente stesso. In ogni caso noi intendiamo approfondire prossimamente sia le risultanze della verifica del rispetto delle pur minime prescrizioni, sia il bilancio economico del festival. 
 
Intanto la Giunta sosteneva persino l’esistenza di vantaggi per la Circoscrizione 6, mentre requisiva un parco pubblico alla cittadinanza per circa un mese: e ciò è avvenuto in estate, in un quartiere periferico e non abitato da persone abbienti che possono permettersi di sfuggire il caldo con lunghe vacanze. Di fatto, con le temperature al massimo, la popolazione è stata spinta ai margini del parco, dopo essere stata esclusa dalla decisione di lasciarlo utilizzare a un soggetto privato per il festival. 
 
All'indomani della conclusione della manifestazione, abbiamo potuto constatare come, a fronte del sostanziale suo flop in termini di presenze, purtroppo il danno ambientale ci sia stato ugualmente: la minor affluenza di persone  rispetto a quanto previsto dagli organizzatori non ha significato un minor uso di luci e di fumi da spettacolo,  né decibel inferiori. 
 
Una volta finiti i lavori per smantellare finalmente l'area concerti, abbiamo rilevato con un sopralluogo sia la devastazione del grande prato, dissestato dal calpestio di migliaia di persone e dal passaggio di numerosi mezzi pesanti per montare e smontare impianti e attrezzature, sia la presenza di mozziconi di sigarette, cartacce, lattine e bottiglie di plastica e di vetro.  
 
Nell'ultimo mese abbiamo provato a dare voce alla protesta di tutti quei cittadini, realtà politiche e comitati ambientalisti che non possono e non vogliono restare in silenzio di fronte all'ennesimo attacco al verde urbano. Infatti le politiche della attuale amministrazione comunale si sono distinte per il sempre maggiore sfruttamento delle aree verdi ai fini del profitto privato, della speculazione e dei grandi eventi, oltre che per la considerazione del verde pubblico non come una risorsa di per se stessa, da conservare e curare, ma come una porzione di territorio qualsiasi da sfruttare  a seconda delle necessità (senza bisogno di alterazioni o bonifiche). Di questa visione biecamente economica sono un esempio, oltre all'ultimo TODAYS, il progetto dell'ospedale al parco della Pellerina, il supermercato Esselunga da costruirsi nel parco Artiglieri da Montagna, l'abbattimento dell'alberata di corso Umbria (che avrebbe dovuto ripetersi in corso Belgio), la collocazione della ruota panoramica nel parco Ginzburg e il progetto della Cittadella dello Sport all'interno del parco del Meisino: nel quale, dentro la Zona di Protezione Speciale, da dieci giorni sono iniziati i lavori che stanno distruggendo una riserva naturale tutelata dall'Unione Europea. Ricordiamo infine l'abuso più simile a quello del parco della Confluenza, per giunta ripetuto per un quinquennio: quello del grande prato di Piazza d'Armi dove sono collocate strutture a supporto delle ATP Finals, sottratto ai cittadini per mesi e mesi durante e dopo l'evento che lo devasta.   
 
Inoltre,  le sacrosante proteste dei cittadini e delle cittadine contro questi progetti ecocidi il Comune di Torino le sta sempre più spesso trattando  come una questione di ordine pubblico - vedasi quelle al Meisino contro l'inizio dei lavori per la Cittadella dello Sport - ovvero con la repressione, dopo aver negato del tutto dialogo e partecipazione. Impossibile non notare le analogie con la costruzione del TAV in Valsusa.  Nonostante ciò al Meisino come alla Confluenza i cittadini e le cittadine  continuano a far sentire la loro voce: e noi continueremo a mobilitarci affinché l'esperienza del TOdays al parco della Confluenza, ma anche in altre aree verdi, non si ripeta.
 
Con questa lettera vogliamo ribadire che la voce di chi protesta non può rimanere inascoltata e che un confronto con l'amministrazione comunale di Torino, essendo diritto della cittadinanza ricevere informazione ed esprimersi, anche preventivamente, sulle sue scelte,  può però essere aperto solo se l'amministrazione comunale stessa è pronta a impegnarsi, di fronte agli evidenti danni provocati dall'ultima edizione del festival, a cambiare la collocazione di TOdays.
 
Per questo chiediamo all'Amministrazione comunale di Torino:
 
1) di riflettere sul fatto che il periodo storico segnato dalla crisi climatica, richiede agli amministratori pubblici di ripensare e ridimensionare anche gli eventi di intrattenimento;  
2) di escludere totalmente i parchi e le aree verdi pubbliche dai siti che possono essere utilizzati per la realizzazione di grandi eventi  e per l'allestimento di strutture temporanee e fisse di grande impatto. Pertanto chiediamo che a partire dal bando dell'edizione 2025 del TODAYS Festival, che abbiamo letto sui giornali essere già in preparazione, si escludano espressamente i parchi pubblici e le aree verdi pubbliche quali sue sedi.
3) di impegnarsi e attivarsi da subito per individuare prima e poi inserire all'interno del prossimo Piano Regolatore Generale in corso di elaborazione, edifici e aree apposite del territorio cittadino in cui collocare questo tipo di attività, selezionando luoghi in cui non siano arrecati danno e disturbo all'ambiente e alla popolazione.
 
 
No TODAYS al Parco della Confluenza
 

04 settembre 2024

Oltre al danno il flop (anche per merito della mobilitazione No Todays)


Apprendiamo dagli articoli di questi due giorni che i concerti del Todays Festival sono stati in gran parte un flop — a parte, in attesa dei dati SIAE, i Massive Attack — con, in alcuni casi, poche centinaia di spettatori invece delle migliaia attese. Non si soffermano gli estensori, però, a valutare anche la dannosità della scelta della nuova sede del festival, non considerando evidentemente rilevante l’aspetto ambientale.

Chiederemo senz’altro ai vari responsabili i rendiconti ufficiali del festival, finanziari e ambientali, esamineremo i dati forniti e vi contrapporremo le nostre valutazioni, ma pensiamo si possa già affermare che il trapianto del Todays Festival al parco della Confluenza non è riuscito: era prevedibile, perché difficilmente da un furto con destrezza può venire qualcosa di buono.

Si è scippato il nome a un evento consolidato, di dimensioni temporali e di affluenza moderate, che era inserito in uno spazio consono, per cercare di convertirlo in grande evento. E per renderlo economicamente sostenibile è stato deciso di ospitarlo in un’area molto più grande dove potessero essere organizzati pochi e costosi concerti di grosso richiamo con più spettatori e un biglietto d’ingresso non per tutte le tasche. Oltre che lo sperato ritorno economico, si è cercato un vistoso ritorno di immagine necessario per giustificare il cambiamento. E l’area individuata è stata il parco della Confluenza.

Si è scippato quindi alla popolazione un parco pubblico, apprezzandone soltanto la cubatura, il valore estetico della sua collocazione utile a richiamare pubblico e la facilità di gestione: una location fornita gratuitamente dal Comune, prêt-à-porter per un festival in parte finanziato con denaro pubblico.

Gli abitanti della zona hanno subìto i disagi e non hanno avuto alcun ritorno, e anche questo era scontato, visto che l’evento non è stato pensato né con loro né per loro, ma piuttosto contro di loro, che hanno dovuto subire la chiusura della pista ciclabile, dei decibel aggiuntivi rispetto a quelli della zona già molto trafficata, un’area verde confiscata. Qualcuno cerca di costruire una narrazione che descriverebbe gli eventi di questo tipo come una opportunità per ripulire il parco dagli schiamazzi e dai rifiuti, finendo — attraverso una spirale legalitaria — per estromettere ancora di più gli abitanti del quartiere dal parco e giustificare invece la speculazione sul verde pubblico. Un sotterfugio indegno di una buona amministrazione. Così come accompagnare a questa menzogna l’allontanamento delle famiglie rom, nel quartiere in cui ha sede il Centro Interculturale.

Si è scippato un rifugio alla fauna selvatica, e pare che uno degli sponsor del Festival, l’ormai onnipresente e onnivora IREN, sia responsabile anche dei lavori di manutenzione del ponte diga che hanno prosciugato mezzo fiume, rendendo come ogni anno difficile la sopravvivenza degli uccelli, specialmente di certe specie come Folaga e Svasso maggiore che in questo periodo hanno nidiate di pulli da svezzare. Non sarà il caso di ripensare tempistiche, durata e modalità di queste manutenzioni e pulizie fluviali, anche tenuto conto delle temperature torride di fine agosto?

Come se non bastasse, il 29 agosto vi è stato pure un avvio dei lavori anche nel parco del Meisino, per l’indesiderata Cittadella dello Sport, senza cronoprogramma né cartelli - quindi non in conformità con quanto previsto dalla normativa.

Purtroppo il danno ambientale del Festival c'è stato lo stesso, perché la minor affluenza di persone al Festival non ha significato un minor uso di luci e di fumi da spettacolo, anche al di là delle prescrizioni, né decibel inferiori. E a quanto abbiamo potuto intravedere da lontano, dato l’ampio transennamento del parco, un’ampia fascia di prato è inaridita, così come secca è l’erba tagliata per formare vie di accesso all’area del festival.

Oggi leggiamo finalmente una presa di posizione da parte della Direttrice dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese, che invita a considerare altre aree per questi eventi. L’Ente però ha emesso una Valutazione d’Incidenza Ambientale positiva (a 6 giorni dall’inizio dei concerti) così consentendo la realizzazione del Festival nel parco della Confluenza. Temiamo che fare marcia indietro sulle deboli prescrizioni emanate per questa edizione sarà difficile. Gli Assessori Purchia e Carretta annunciano che il nuovo bando sarà emesso a breve. Noi invece, per tutto quanto sopra, riteniamo che questa edizione del Todays debba essere ribattezzata Yesterdays (and Never More). Riteniamo finita l’era in cui parchi, spiagge, persino boschi si usavano come sedi per eventi musicali e di altro genere, con grande affluenza di pubblico. La conservazione ambientale esige di ripristinare le aree naturali: ora o mai più.

Il regolamento dell’Unione Europea, la Nature Restoration Law, e le prescrizioni sulle aree naturali restano lettera morta ma l’Assessora Purchia ha l’obbligo di lasciare in pace i parchi, perché la cultura non può prescindere dal rispetto dell’ambiente. E per quanto riguarda l’Assessore Carretta, vorremmo un grande assessore ai piccoli eventi, utili ai cittadini e compatibili con la natura, e non un piccolo assessore ai Grandi Eventi e alle ruote panoramiche. Non dimentichiamo le responsabilità dell’Assessore al Verde Tresso, dell’Assessora all’Ambiente Foglietta e dell’Ente per la Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese e ovviamente del sindaco Lo Russo.

Continueremo a opporci a ogni abuso delle aree verdi pubbliche.

MAI PIÙ FESTIVAL SULLE AREE VERDI!

Contro lo sfruttamento del verde pubblico
Salviamo il parco da Lo Russo&Co!
No Todays alla Confluenza 

01 settembre 2024

Risposta dei Massive Attack



I Massive Attack (tramite il loro manager) hanno risposto alla lettera pubblica inviata da No Todays al Parco della Confluenza. Hanno spiegato che hanno ricevuto una lettera dal Sindaco Lo Russo in cui viene garantito loro che il concerto si svolge nel rispetto dell’ambiente e della fauna, grazie ai provvedimenti presi su indicazione di professionisti e hanno proposto di risentirci dopo il concerto. Abbiamo preparato una nuova lettera per i 𝙈𝙖𝙨𝙨𝙞𝙫𝙚 𝘼𝙩𝙩𝙖𝙘𝙠 che rendiamo pubblica. Rinnoviamo l'invito per domani, dalle ore 17 in piazza Sofia per il presidio.

Cari Massive Attack, 

attraverso i media il Sindaco e la sua squadra hanno raccontato alla popolazione le stesse cose che hanno scritto a voi. Però la verità è un po’ diversa.

L’area in cui si sta tenendo il festival è immediatamente contigua alla Zona di Protezione Speciale (ZPS): infatti tale ZPS comprende entrambe le sponde del fiume.  
Le attività che si svolgono nelle aree contigue sono soggette a valutazione di incidenza, poiché possono avere un impatto negativo sulle Zone di Protezione Speciale, in quanto il rumore, la luce, l'inquinamento non possono essere confinati entro le zone contigue. Per giunta, come potrete vedere con i vostri occhi, è stato deciso di aprire la diga per manutenzione proprio in questo momento, così più di metà del fiume è prosciugata. Le anatre sono scomparse e altri uccelli acquatici sono costretti a stare vicino alla riva su cui si tiene il Festival. Inoltre l'amministrazione ha deciso di trasformare una parte della Zona a Protezione Speciale nel Parco del Meisino in un centro sportivo, abbattendo alberi e interferendo persino con le aree umide (un progetto da 11,5 milioni di euro che dovrebbe partire nelle prossime settimane: e questo è quanto per ciò che riguarda l'impegno del Sindaco per l’ambiente. In realtà potremmo raccontarvi molto di più).

Pensiamo che sappiate meglio di noi che il suono si espande ed è riflesso dalle superfici e dall'acqua. Quindi il fatto che il palco non sia rivolto esattamente verso la riva non significa che il suono non raggiunga l'altra riva e il Parco del Meisino con la sua ricca fauna selvatica.  

Quanto ai professionisti menzionati nella lettera, non sappiamo se il Sindaco si riferisca al “faunista” ingaggiato dagli organizzatori stessi (la Fondazione Reverse; non riteniamo tale soggetto essere imparziale) o all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che secondo noi avrebbe dovuto respingere questa location, invece di approvarla soltanto sei giorni prima del Festival, quando non si potevano fare obiezioni. L’Ente ha prescritto alcune regole che gli organizzatori dovrebbero seguire per quanto riguarda le luci e i decibel ma riteniamo che siano deboli e l’Ente non sembra stare controllando la loro applicazione ed efficacia (per esempio le luci sono rimaste accese tutta la notte dall'inizio dell’installazione del Festival, in violazione di tali prescrizioni). 

Monitorare la fauna prima e dopo l'evento è ovviamente una prescrizione ridicola: se gli animali non ci saranno più, il sindaco o l'Ente o i professionisti andranno a informarli che il festival è finito e che possono tornare nel parco?

La mobilità dolce non è stata incoraggiata ma impedita, in quanto la pista ciclabile che corre attraverso il parco lungo la riva ed è usata da molte persone per evitare il traffico è stata chiusa da quando hanno iniziato a installare il palco a metà agosto. 

E per quanto concerne l’“importanza dell'evento da un punto di vista socioculturale”, dobbiamo evidenziare che è stata pari a zero. 
Questo non è un quartiere ricco, la maggior parte delle famiglie non possono permettersi di pagare biglietti da 40-50 euro per assistere a un concerto, quindi non traggono vantaggio dal festival: stanno venendo soltanto disturbate dal rumore e private dell'uso di una vasta porzione del parco per quasi un mese. Non sono state coinvolte nella decisione di usare il parco come una location per un festival e alcune famiglie rom che abitano nei dintorni sono state allontanate. A proposito, il nostro Sindaco e la sua squadra, così come gli sponsor (IREN e Fondazione Compagnia di San Paolo) non sono particolarmente favorevoli alla causa palestinese. Provate a farli venire al concerto e sventolare una bandiera palestinese o dire la parola genocidio, se ci riuscite.

(E questo è stato praticamente tutto, da parte del Sindaco, sinora.)

Dato che la protesta contro l’uso del Parco della Confluenza è pubblica e tutte le azioni che ne fanno parte lo sono anche, da parte nostra è doveroso rendere pubblica la posizione del gruppo sulla sua partecipazione al concerto e le motivazioni, comunicati nella mail di ieri e anche questa nostra risposta

Vi ringraziamo per la risposta e per l’offerta di risentirci dopo il Festival, ma non pensiamo che sarebbe utile alla nostra causa, che mira a far cessare dal tenere i grandi eventi nei parchi pubblici, specialmente ma non solamente nelle riserve naturali.  Nel 2024 l’ambiente deve essere al primo posto e a Torino ci sono tante altre aree in cui un evento di dimensioni ragionevoli può aver luogo senza disturbare la fauna selvatica.  

Se siete d’accordo con noi potete lanciare un appello durante il concerto o, se volete, potete permetterci di leggere una breve dichiarazione dal palco. Non abbiamo contattato gli altri artisti perché non sono rinomati per il loro impegno ambientale come voi. 

Attenderemo la vostra risposta.

Cordiali saluti.


CI VEDIAMO LUNEDÌ 2 SETTEMBRE ALLE ORE 17 IN PIAZZA SOFIA LATO PARCO
Contro lo sfruttamento del verde pubblico
Salviamo il parco da Lo Russo&Co!
No Todays alla Confluenza

30 agosto 2024

Lettera inviata ai Massive Attack il 28 agosto


Questo il testo della lettera inviata ai Massive Attack il 28 agosto da No Todays al Parco della Confluenza!

Cari Massive Attack,

il Todays Festival al quale parteciperete il 2 settembre a Torino non è per niente ecofriendly, perché si svolge in un parco con grande biodiversità, alla confluenza di due fiumi, di fronte a una ZPS della Rete Natura2000 tutelata dall'Unione Europea.

Gli aderenti ai gruppi ambientalisti che vi avevano scritto a giugno, perché avete fama di essere un gruppo sensibile alle tematiche ambientali, continuano a contestare questa scelta dell'Amministrazione e la sua autorizzazione da parte dell'Ente che dovrebbe tutelare l'area. Temiamo che luci, suoni e presenza di persone disturberanno la fauna selvatica forse irreversibilmente. Abbiamo recentemente appreso che gli organizzatori volevano collocare il palco addirittura su un'isola in mezzo al fiume, sede di una colonia di aironi cenerini. Non gli è stato permesso, ma anche la location del Parco della Confluenza, poco distante dall'isola, è un habitat delicato e le prescrizioni dell'Ente di controllo si limitano a mitigare il danno, non ad azzerarlo.

Supponiamo che sarete d'accordo sul fatto che oggigiorno rendere gli eventi musicali compatibili con l'ecologia e la crisi climatica significa rivederne sia le location che le dimensioni, in termini di numeri di spettatori. Gli 8000 previsti dagli organizzatori per il vostro concerto potranno sembrarvi pochi, dato che i vostri concerti ne richiamano decine di migliaia. Noi pensiamo che dovreste riflettere anche su questo.

Salvo eventi meteorologici estremi, che stanno flagellando Torino a causa del cambiamento climatico, il 2 settembre dalle ore 16.00 terremo una manifestazione in piazza Sofia di fronte all'ingresso dei concerti per gli spettatori, per chiedere che i concerti non si tengano nei parchi pubblici.

Se volete passare a trovarci per un confronto, vi spiegheremo in dettaglio le ragioni della nostra protesta.

Saluti.

CI VEDIAMO LUNEDÌ 2 SETTEMBRE ALLE ORE 17 IN PIAZZA SOFIA LATO PARCO

Contro lo sfruttamento del verde pubblico
Salviamo il parco da Lo Russo&Co!
No Todays alla Confluenza

28 agosto 2024

Contro lo sfruttamento del verde pubblico, contestazione del festival Todays al parco della Confluenza, 2 settembre ore 17

Da un mese ci siamo uniti per portare avanti la protesta contro la scelta dell’Amministrazione torinese di spostare il festival Todays al parco della Confluenza, un’importante area verde della nostra città, contigua al parco del Meisino che comprende una Zona di Protezione Speciale tutelata a livello europeo per la varietà e la rarità di flora e fauna presente.

Questo grande evento che è stato imposto ad un quartiere senza nessun coinvolgimento da parte dei residenti e che per un mese intero sequestrerà il parco bloccando strade e vie ciclabili sarà anche responsabile di un grave impatto ambientale ed ecologico sulla fauna selvatica.

Tutto questo con il consenso dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese, che dovrebbe proteggere queste zone naturali e che invece ha permesso questa manifestazione musicale con una Valutazione d’Incidenza Ambientale resa pubblica appena 6 giorni prima del suo svolgimento.

Ma la grande responsabile di questo ennesimo scempio ambientale è l'amministrazione cittadina a guida Lo Russo. Gli speculatori del Partito Democratico, insieme ai falsi ambientalisti di Sinistra Ecologista, con l'assenso del Consiglio comunale, hanno permesso che questo grande festival si svolgesse nel parco della Confluenza. Certo questa scelta non ci sorprende, dal momento che da anni questa amministrazione è pronta a sacrificare le aree verdi della nostra città per inseguire la speculazione edilizia o il turismo dei grandi eventi.

È ora di dire basta.

I parchi e le aree verdi della nostra città non devono essere considerati come qualcosa di inutile perché non portano soldi, e quindi come qualcosa da sfruttare e da mettere a valore. Basta con questa politica dei grandi eventi e delle grandi opere che arricchisce solo alcuni a discapito dell’ambiente e della maggioranza della popolazione.

Vogliamo che questi concerti vengano spostati in aree ove non abbiano alcuna incidenza per l’Ambiente e per la popolazione, per questo continueremo a protestare contro questa edizione del Todays e contro tutte le prossime edizioni che dovessero essere riconfermate in questo parco o in altre zone come questa con impatto sociale e ambientale.

Lunedì 2 settembre, durante l'ultimo giorno del festival con in programma il concerto dei Massive Attack, ci troveremo dalle ore 17 in piazza Sofia, davanti al nostro parco deturpato, per continuare a fare sentire la nostra voce contro questo scempio.

Invitiamo tutti i comitati, le organizzazioni, le associazioni politiche e ambientaliste, così come tutti i cittadini sensibili a questo tema ad unirsi a noi.

E abbiamo intenzione di contattare anche i Massive Attack, che sappiamo essere molto attenti alle tematiche ambientali, per invitarli a incontrarci e a prendere parola su questo tema durante la contestazione.

CI VEDIAMO LUNEDÌ 2 SETTEMBRE ALLE ORE 17 IN PIAZZA SOFIA LATO PARCO

Contro lo sfruttamento del verde pubblico
Salviamo il parco da Lo Russo&Co!
No Todays alla Confluenza

26 agosto 2024

Comunicato sull'incontro pubblico del 24 agosto al parco della Confluenza




L’opposizione della cittadinanza alle dissennate politiche della Giunta Lo Russo non si ferma neanche ad agosto. Non può fermarsi, dato che proprio a fine agosto minacciano di sommarsi due oltraggi speculativi sul verde pubblico, e su quello di maggior pregio, per di più: il parco del Meisino, che include una Zona a Protezione Speciale della Rete Natura2000, e il parco della Confluenza, area contigua alla suddetta Zona a Protezione Speciale, e perciò oggetto anch’esso, in teoria, di tutela.

In teoria, perché proprio in questi giorni stanno planando su queste aree il Todays Festival (al parco della Confluenza) e, probabilmente, l’avvio dei cantieri della Cittadella dello Sport (al parco del Meisino). Disturbo per la fauna selvatica sull’una e sull’altra sponda, di notte e di giorno, con il sostanziale e vergognoso avallo dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che, solo lunedì scorso, ha emesso una tardiva Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA) in cui prescrive alcune misure per mitigare (non si sa nemmeno di quanto) i danni alla fauna selvatica arrecati dalla presenza di migliaia di persone e dal grave impatto sonoro e luminoso di sei serate di concerti. Lasciando, pare, agli organizzatori di applicare tali misure, di “autocontrollarsi”, per così dire, perché nella valutazione non si parla di soggetti terzi che effettuino direttamente i controlli, Ente compreso, e accettando la possibile sovrapposizione del disturbo dei cantieri al parco del Meisino e degli spettacoli al parco della Confluenza. 

Per questo l’altro ieri, sabato 24 agosto, la mobilitazione ormai conosciuta come No Todays al parco della Confluenza ha convocato, nel margine del parco al di fuori dell’area transennata, un incontro pubblico e conferenza stampa per discutere della situazione e rispondere alle dichiarazioni (false) degli organizzatori (i fratelli Boasi della Fondazione Reverse) secondo cui la Fondazione avrebbe aperto un confronto sereno e vi sarebbe un dialogo tra le parti. Non può esserci dialogo tra i cittadini e dei soggetti privati che si appropriano, per quasi un mese, di un parco pubblico, in prossimità di un’area protetta. Il festival “della sostenibilità e dell’inclusione” per 25 giorni sottrae il parco agli abitanti. Non solo impedisce la fruizione di uno spazio naturale vitale per le persone ma, chiudendo l’unica strada interna — il tratto ciclabile che collega Ponte Amedeo VIII alla Colletta —, costringe i ciclisti a percorrere strada Settimo, accidentata e pericolosa per chi si muove su due ruote. Non porta alcun beneficio, neanche economico, al quartiere. Come al solito in questi grandi eventi, molto lavoro viene svolto gratuitamente da volontarie e volontari pagati con un panino e una t-shirt con il logo. 

L’assemblea è stata molto partecipata: oltre ai fondatori e alle fondatrici del gruppo No Todays al parco della Confluenza erano presenti esponenti dei comitati torinesi — che si vanno moltiplicando in tutti i quartieri via via che aumentano le aggressioni al verde pubblico da parte dell’Amministrazione — abitanti del quartiere, altr* cittadin* assieme a molte associazioni ambientaliste. Si sono susseguiti interventi delle realtà che avevano dato l’adesione (e non solo), le quali hanno ripercorso le vicende che hanno portato a trasformare il Todays Festival da appuntamento musicale annuale caratterizzante la zona di confine tra Barriera di Milano e Rebaudengo a grande evento che si abbatte su un parco di pregio, letteralmente snaturandolo. Hanno puntato il dito contro i responsabili: la Giunta Lo Russo, i consiglieri e le consigliere di maggioranza (e anche molt* dell’opposizione), concordi sullo sfruttamento dei parchi pubblici per far girare un’economia privata ed effimera, senza alcun ritorno per il quartiere e senza considerazione per ambiente ed ecologia. Ma è stata rilevata anche la responsabilità dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che, anziché respingere questa localizzazione del Festival, l’ha approvata con prescrizioni molto discutibili creando così un precedente per la replica dell’evento nello stesso parco o in altra area protetta.

Dalla Valutazione d’Incidenza Ambientale si è appreso inoltre che gli organizzatori avevano proposto addirittura di piazzare il palco sull’isolone Bertolla, sede di una colonia di aironi cenerini, o nella Zona Naturale di Salvaguardia dei laghetti della Falchera, o all’Arrivore, in un’altra delicata zona di rifugio faunistica. Una presa in giro nei confronti degli ambientalisti che si sono mobilitati a maggio, appena saputa la notizia della scelta del parco della Confluenza. Una presa in giro a cui l’Ente di Gestione delle Aree Protette non ha ritenuto di mettere fine bocciando il progetto come avrebbe meritato. La sede del parco della Confluenza è stata considerata una specie di male minore: se anche minore fosse, sempre male è, e se il male si può evitare, perché non evitarlo, invece di tentare una vaga e probabilmente inefficace “mitigazione”

Tra gli interventi si segnala quello di Legambiente metropolitano, che ha tra l’altro sottolineato la similitudine con il caso della ruota panoramica che l’amministrazione comunale vuole installare ai Giardini Ginzburg, alla quale l’associazione è contraria trattandosi sempre di sfruttare aree verdi per fini estranei alla loro natura. E quello del Comitato Dora Spina 3, che dopo aver ricordato che il Parco Dora è da anni usato da privati per attività che ne impediscono l’uso per le persone e arrecano danni all’ambiente naturale, ha informato che per la sua gestione il Consiglio comunale ha approvato la costituzione di un comitato misto pubblico-privato, introducendo una pericolosa forma di gestione delle zone parco cittadine.

È stato sottolineato, da più interventi, come le deroghe che gli amministratori hanno concesso per questo progetto finiscano per tradursi in una deroga alla democrazia: si allargano le maglie per lasciare campo libero a certi privati, mentre si nega diritto di partecipazione ai cittadini, i cui spazi di protesta si vanno riducendo sempre di più anche per effetto delle norme nazionali.  

All’assemblea è seguita una “passeggiata” degli/delle aderenti alla mobilitazione fino alle recinzioni che impediscono il transito sulla pista ciclabile. Da dietro le recinzioni, su cui è appeso un cartello privo delle informazioni necessarie sul cantiere, è arrivata una risposta sotto forma di musica che, benché non sparata al volume che sarà usato durante il concerto, produceva risonanze disturbanti per le persone presenti. E per la fauna? Il disturbo dovuto all’emissione di musica si era manifestato inoltre già all’ingresso del parco in piazza Sofia, in orario diurno, percepito anche dagli abitanti della zona, che hanno segnalato anche condizioni di sofferenza e fastidio per le emissioni avvenute in orario notturno la sera stessa.

L’opposizione al Todays Festival nel parco della Confluenza è appena iniziata, e proseguirà nei prossimi giorni, anche informando la popolazione del quartiere che sta subendo i maggiori disagi. L’intento è far sì che non si ripeta l'abuso di un’area di valore naturalistico come il parco della Confluenza per piazzarvi un grande evento: si vuole avviare una discussione pubblica allargata sulla salvaguardia dei nostri parchi urbani e sulla nocività dei grandi eventi.

Hanno preso la parola nell'incontro pubblico: Legambiente Metropolitano, OST Barriera, Comitato per la difesa del parco della Pellerina, Potere al Popolo Torino, OSA Torino, Cambiare Rotta, USB, NO TAV Torino e cintura, Comitato Dora Spina 3, Salviamo il Meisino, Salviamo gli Alberi di corso Belgio.

Hanno aderito all'incontro pubblico: OST Barriera, Potere al Popolo — Torino, Ecoresistenze per Cambiare Rotta, Salviamo il Paesaggio — Torino, Gruppo Alberi Urbani, Comitato Difesa del Parco della Pellerina, Assemblea Pellerina No Ospedale nel Parco, Cambiare Rotta Torino, OSA Torino, Circolo L'Aquilone Torino Legambiente, Legambiente Metropolitano Torino e area metropolitana, Associazione Ecopolis, Salviamo i prati, Comitato Dora Spina Tre, Salviamo il Meisino, NO TAV — Torino&Cintura, Toroller Collective, Friday For Future — Torino

FERMIAMO LE POLITICHE DEVASTATRICI DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE TORINESE!

PRESIDIO CITTADINO LUNEDI' 23 SETTEMBRE, ORE 16 PIAZZA PALAZZO DI CITTÀ Finisce il festival TODAYS ma continua la nostra mobilitazione c...