07 novembre 2024

La ruota panoramica “bloccata” dalla burocrazia

La ruota panoramica “bloccata” dalla burocrazia. Così si intitola l’articolo di Adele Palumbo del 5 novembre 2024 sull’edizione digitale di “Torino Cronaca”. E si conclude con: "La speranza è che le luci sull’attrazione possano accendersi per le feste di Natale".

Ma la speranza di chi? Leggendo l’articolo, si scopre che è la speranza di ThreeWheel, società che si occuperà dell’attrazione dopo la sua installazione, e del suo titolare (promosso a CEO nell’articolo) Massimo De Carlo. Cercando in rete si scopre che una società ThreeWheel non esiste: esiste una srl chiamata TheWheel, che ha già avuto qualche problema a Rimini, dove ha installato la medesima ruota, come si può leggere qui: Rimini. Chiesta la condanna per la Ruota Panoramica - Chiamamicitta. Perché si sa, si comincia con un’installazione temporanea (anche la Soprintendenza di Torino ha dato l’ok a patto che la ruota non permanga a ingombrare la visuale del / dal Monte dei Cappuccini oltre sei mesi), ma poi un giro di giostra tira l’altro…

Benché la giornalista non lo nomini, sicuramente la speranza che si arrivi a installare la ruota ai giardini Ginzburg è condivisa anche dall’Assessore Domenico ("Mimmo") Carretta, proponente di carrettate di pessime idee tutte impattanti sul verde pubblico, dal parco dello Sport piazzato nella riserva naturale del Meisino, tutelata da normative europee, al Todays Festival al parco della Confluenza. E proponente anche della ruota panoramica, il cui bando pubblico è stato fulmineamente deliberato-approvato-aggiudicato tra agosto e settembre. Che, come si legge nell’articolo, oltre un anno fa ci fosse già stata una fuga di notizie che, in assenza di delibere e bandi, parlava già dell’installazione della ruota in città in occasione delle feste di Natale è alquanto preoccupante. Come siamo messi, a legalità, in questa città?

In ogni caso, che la ruota possa fare capolino (con i suoi 60 metri di altezza!) in città per le feste di Natale non è certo la speranza dei cittadini. I quali, tra raccolte firme e volantinaggi, sperano che la ruota panoramica non sia installata mai, con il suo peso e la sua altezza, sulla sponda del fiume, restando bloccata innanzitutto dal buon senso. L’articolo invece declassa le doverose e obbligatorie valutazioni tecniche a “burocrazia” e gli Enti che devono essere coinvolti nella procedura a “14 soggetti esterni”, quasi che fossero ficcanaso guastafeste.

Vien da domandarsi se la speranza dei giornalisti sia di scrivere presto succosi articoli sul disastro occorso a causa di venti a 100 kmh che fanno crollare nel fiume la ruota: possibilità di cui dobbiamo tenere conto oggigiorno (Fiera di Gandia | Cade la ruota panoramica, 35 feriti), così come delle alluvioni e delle siccità, che sconsigliano pure di aggravare il carico di inquinamento urbano aumentando le attrazioni turistiche e i grandi eventi con il relativo traffico. I monumenti e i parchi di Torino sarebbero già sufficienti, come attrazioni, poiché non li ha uguali nessun’altra città, mentre di ruote panoramiche è pieno il mondo, e qualcuna va pure a fuoco: Incendio su una ruota panoramica, 20 feriti - RSI

Nell’epoca del cambiamento climatico forse i giornalisti dovrebbero tornare a scrivere gli articoli a penna, avendo così più tempo per ragionare. In ogni caso non dovrebbero farsi interpreti di interessi estremamente circoscritti e privati, contrastanti con quelli pubblici ovvero della popolazione. Tra i quali c’è anche l’utilizzo del grande prato di piazza d’Armi, occupato e devastato dalle altre attività commerciali che, come la ruota, girano intorno agli ATP Finals. A causa di ciò, il prato resta confiscato ai cittadini per 10 mesi, per i 5 anni in cui ci siamo aggiudicati il meraviglioso grande evento ma anche i suoi imprevisti effetti collaterali sui beni comuni di tutti. Effetti che potrebbero essere evitati se gli amministratori adeguassero il loro pensiero al periodo in cui viviamo.


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