I Massive Attack (tramite il loro manager) hanno risposto alla lettera pubblica inviata da No Todays al Parco della Confluenza. Hanno spiegato che hanno ricevuto una lettera dal Sindaco Lo Russo in cui viene garantito loro che il concerto si svolge nel rispetto dell’ambiente e della fauna, grazie ai provvedimenti presi su indicazione di professionisti e hanno proposto di risentirci dopo il concerto. Abbiamo preparato una nuova lettera per i 𝙈𝙖𝙨𝙨𝙞𝙫𝙚 𝘼𝙩𝙩𝙖𝙘𝙠 che rendiamo pubblica. Rinnoviamo l'invito per domani, dalle ore 17 in piazza Sofia per il presidio.
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Cari Massive Attack,
attraverso i media il Sindaco e la sua squadra hanno raccontato alla popolazione le stesse cose che hanno scritto a voi. Però la verità è un po’ diversa.
L’area in cui si sta tenendo il festival è immediatamente contigua alla Zona di Protezione Speciale (ZPS): infatti tale ZPS comprende entrambe le sponde del fiume.
Le attività che si svolgono nelle aree contigue sono soggette a valutazione di incidenza, poiché possono avere un impatto negativo sulle Zone di Protezione Speciale, in quanto il rumore, la luce, l'inquinamento non possono essere confinati entro le zone contigue. Per giunta, come potrete vedere con i vostri occhi, è stato deciso di aprire la diga per manutenzione proprio in questo momento, così più di metà del fiume è prosciugata. Le anatre sono scomparse e altri uccelli acquatici sono costretti a stare vicino alla riva su cui si tiene il Festival. Inoltre l'amministrazione ha deciso di trasformare una parte della Zona a Protezione Speciale nel Parco del Meisino in un centro sportivo, abbattendo alberi e interferendo persino con le aree umide (un progetto da 11,5 milioni di euro che dovrebbe partire nelle prossime settimane: e questo è quanto per ciò che riguarda l'impegno del Sindaco per l’ambiente. In realtà potremmo raccontarvi molto di più).
Pensiamo che sappiate meglio di noi che il suono si espande ed è riflesso dalle superfici e dall'acqua. Quindi il fatto che il palco non sia rivolto esattamente verso la riva non significa che il suono non raggiunga l'altra riva e il Parco del Meisino con la sua ricca fauna selvatica.
Quanto ai professionisti menzionati nella lettera, non sappiamo se il Sindaco si riferisca al “faunista” ingaggiato dagli organizzatori stessi (la Fondazione Reverse; non riteniamo tale soggetto essere imparziale) o all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che secondo noi avrebbe dovuto respingere questa location, invece di approvarla soltanto sei giorni prima del Festival, quando non si potevano fare obiezioni. L’Ente ha prescritto alcune regole che gli organizzatori dovrebbero seguire per quanto riguarda le luci e i decibel ma riteniamo che siano deboli e l’Ente non sembra stare controllando la loro applicazione ed efficacia (per esempio le luci sono rimaste accese tutta la notte dall'inizio dell’installazione del Festival, in violazione di tali prescrizioni).
Monitorare la fauna prima e dopo l'evento è ovviamente una prescrizione ridicola: se gli animali non ci saranno più, il sindaco o l'Ente o i professionisti andranno a informarli che il festival è finito e che possono tornare nel parco?
La mobilità dolce non è stata incoraggiata ma impedita, in quanto la pista ciclabile che corre attraverso il parco lungo la riva ed è usata da molte persone per evitare il traffico è stata chiusa da quando hanno iniziato a installare il palco a metà agosto.
E per quanto concerne l’“importanza dell'evento da un punto di vista socioculturale”, dobbiamo evidenziare che è stata pari a zero.
Questo non è un quartiere ricco, la maggior parte delle famiglie non possono permettersi di pagare biglietti da 40-50 euro per assistere a un concerto, quindi non traggono vantaggio dal festival: stanno venendo soltanto disturbate dal rumore e private dell'uso di una vasta porzione del parco per quasi un mese. Non sono state coinvolte nella decisione di usare il parco come una location per un festival e alcune famiglie rom che abitano nei dintorni sono state allontanate. A proposito, il nostro Sindaco e la sua squadra, così come gli sponsor (IREN e Fondazione Compagnia di San Paolo) non sono particolarmente favorevoli alla causa palestinese. Provate a farli venire al concerto e sventolare una bandiera palestinese o dire la parola genocidio, se ci riuscite.
(E questo è stato praticamente tutto, da parte del Sindaco, sinora.)
Dato che la protesta contro l’uso del Parco della Confluenza è pubblica e tutte le azioni che ne fanno parte lo sono anche, da parte nostra è doveroso rendere pubblica la posizione del gruppo sulla sua partecipazione al concerto e le motivazioni, comunicati nella mail di ieri e anche questa nostra risposta
Vi ringraziamo per la risposta e per l’offerta di risentirci dopo il Festival, ma non pensiamo che sarebbe utile alla nostra causa, che mira a far cessare dal tenere i grandi eventi nei parchi pubblici, specialmente ma non solamente nelle riserve naturali. Nel 2024 l’ambiente deve essere al primo posto e a Torino ci sono tante altre aree in cui un evento di dimensioni ragionevoli può aver luogo senza disturbare la fauna selvatica.
Se siete d’accordo con noi potete lanciare un appello durante il concerto o, se volete, potete permetterci di leggere una breve dichiarazione dal palco. Non abbiamo contattato gli altri artisti perché non sono rinomati per il loro impegno ambientale come voi.
Attenderemo la vostra risposta.
Cordiali saluti.
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CI VEDIAMO LUNEDÌ 2 SETTEMBRE ALLE ORE 17 IN PIAZZA SOFIA LATO PARCO
Contro lo sfruttamento del verde pubblico
Salviamo il parco da Lo Russo&Co!
No Todays alla Confluenza
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