15 settembre 2024

FERMIAMO LE POLITICHE DEVASTATRICI DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE TORINESE!


PRESIDIO CITTADINO
LUNEDI' 23 SETTEMBRE, ORE 16
PIAZZA PALAZZO DI CITTÀ

Finisce il festival TODAYS ma continua la nostra mobilitazione contro i/le responsabili della devastazione del Parco della Confluenza.

Il verde pubblico urbano continua ad essere sotto attacco da parte del Partito Democratico e dei suoi alleati in Consiglio comunale. Abbiamo visto tutt* lo stato di distruzione in cui è stato lasciato il parco  nei giorni successivi al festival, mentre in contemporanea sono iniziati i lavori di devastazione della "Cittadella dello Sport" al Parco del Meisino. 

L'attuale amministrazione comunale continuerà a speculare sulle aree verdi, negandone l'utilizzo ai cittadini e provocando gravi conseguenze a livello ambientale. Coloro che provano a contestare questa politica, la cittadinanza e i comitati che si oppongono, vengono trattati come un problema di ordine pubblico. E le loro istanze vengono represse dai manganelli delle forze dell'ordine, esattamente come è successo al Meisino, dove le proteste dei cittadini hanno incontrato i cordoni della celere a proteggere la devastazione del parco.

Ora tocca a noi fermare questa tendenza e scendere in piazza per opporci alle politiche scellerate di questa amministrazione comunale.

Lunedì 23 settembre ci troveremo davanti al Comune di Torino, in contemporanea al Consiglio Comunale, per contestare le scelte in materia di parchi e aree verdi: per questo nei giorni scorsi abbiamo inviato all'amministrazione una lettera pubblica per scongiurare l'utilizzo del Parco della Confluenza o di altre aree verdi per le prossime edizioni del festival TODAYS.

In vista del nuovo bando, che probabilmente uscirà già a ottobre, vogliamo continuare a fare pressioni sull'amministrazione torinese affinché si faccia carico delle proprie responsabilità e decida finalmente di ascoltare le rivendicazioni della cittadinanza e dei comitati ambientalisti.

Non ci fermeremo finché TODAYS non verrà spostato dal Parco della Confluenza o da qualsiasi area in cui possa provocare un danno ambientale.


Lettera all'Amministrazione comunale di Torino: non utilizzate parchi e aree verdi pubbliche per la realizzazione di TODAYS e di grandi eventi!


 

- al Sindaco della Città di Torino

- agli assessori e alle assessore della Giunta Comunale
- a consiglieri e consigliere e alla presidente
  del Consiglio Comunale della Città di Torino
 
e per conoscenza:
- alla cittadinanza
- a comitati e associazioni 
- ai mezzi di informazione
 
 
 
Con questa lettera aperta, indirizzata all'Amministrazione della Città di Torino, vogliamo dare seguito a quanto da noi annunciato lo scorso 2 settembre, ovvero l'ultimo giorno del TODAYS Festival: la nostra mobilitazione terminerà soltanto quando il Parco della Confluenza e le aree verdi cittadine saranno salvate dalla speculazione e devastazione portate dai grandi eventi.
 
Per questo motivo, nel mese scorso e durante tutta la durata del festival abbiamo duramente contestato, in varie forme, la decisione del Comune di permettere lo svolgimento di un grande evento che avrebbe seriamente compromesso l'ecosistema del Parco della Confluenza e la Zona di Protezione Speciale del Parco del Meisino. Una decisione totalmente in contraddizione con i discorsi del Comune sul proprio impegno ambientale, che è stata contestata anche dalla Consulta per l'Ambiente e per il Verde del Consiglio Comunale, la quale ha posto l'accento sul delicato equilibrio degli habitat delle zone verdi in questione, inadatte ad ospitare un festival.
 
Nonostante ciò il Comune, pur avendo facoltà di impedirlo, ha deciso di portare avanti questo scempio. Il bando della Fondazione per la Cultura Torino lasciava ai partecipanti totale libertà sulla scelta dell'area e assegnava appena 5 punti alla "sostenibilità ambientale", concettualmente ridotta ai minimi termini: cinque punti per di più da condividere con la mobilità dolce (che di fatto è stata ostacolata con la chiusura della pista ciclabile che attraversa il parco). Avendo escluso dal campo visivo l'impatto sulla vegetazione e sulla fauna, il fatto che la Fondazione Reverse, vincitrice del bando, abbia indicato come sito del festival il parco della Confluenza è stato giudicato positivo per meri criteri economici di capienza e facilità di gestione, senza alcuna considerazione per le sue caratteristiche ecologiche e per le normative che ne derivano: tanto è vero che l'Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese ha dichiarato, in un'audizione in Comune il 20 giugno, di aver appreso dai giornali che che nel parco si sarebbe tenuto il festival. A questo punto la Fondazione Reverse ha presentato una tardiva istanza di Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA)  in cui, forse per farsi beffe delle proteste degli ambientalisti, ha indicato tre collocazioni alternative una più impattante dell'altra, compreso l'isolone Bertolla (peraltro già devastato da questa Giunta, che ha consentito che fosse in parte trasformato in pascolo, con abbattimento di molti alberi). L'Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese alla fine si è piegato a questa violazione della procedura, emettendo la Valutazione d’Incidenza Ambientale appena 6 giorni prima dell'inizio del festival. Nella VIncA l'Ente ha indicato misure, secondo noi molto deboli, per mitigare i danni alla fauna selvatica e alla vegetazione arrecati dalla presenza di migliaia di persone, dal grave impatto sonoro e luminoso di sei serate di concerti e dall'impatto del montaggio di impianti e attrezzature in una vasta area. 
 
La logica era chiara: obbligare l'Ente a non mettersi di traverso chiedendo lo spostamento del festival in altro sito, dato che ormai era organizzato, i biglietti erano già venduti e non si era lasciato alcuno spazio per cambiamenti sostanziali. Dopo l'evento,  la Direttrice dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese ha invitato il Comune a "considerare altre aree per questi eventi". Una dichiarazione che sostanzialmente ammette l'inconsistenza della VIncA prodotta dall'Ente stesso. In ogni caso noi intendiamo approfondire prossimamente sia le risultanze della verifica del rispetto delle pur minime prescrizioni, sia il bilancio economico del festival. 
 
Intanto la Giunta sosteneva persino l’esistenza di vantaggi per la Circoscrizione 6, mentre requisiva un parco pubblico alla cittadinanza per circa un mese: e ciò è avvenuto in estate, in un quartiere periferico e non abitato da persone abbienti che possono permettersi di sfuggire il caldo con lunghe vacanze. Di fatto, con le temperature al massimo, la popolazione è stata spinta ai margini del parco, dopo essere stata esclusa dalla decisione di lasciarlo utilizzare a un soggetto privato per il festival. 
 
All'indomani della conclusione della manifestazione, abbiamo potuto constatare come, a fronte del sostanziale suo flop in termini di presenze, purtroppo il danno ambientale ci sia stato ugualmente: la minor affluenza di persone  rispetto a quanto previsto dagli organizzatori non ha significato un minor uso di luci e di fumi da spettacolo,  né decibel inferiori. 
 
Una volta finiti i lavori per smantellare finalmente l'area concerti, abbiamo rilevato con un sopralluogo sia la devastazione del grande prato, dissestato dal calpestio di migliaia di persone e dal passaggio di numerosi mezzi pesanti per montare e smontare impianti e attrezzature, sia la presenza di mozziconi di sigarette, cartacce, lattine e bottiglie di plastica e di vetro.  
 
Nell'ultimo mese abbiamo provato a dare voce alla protesta di tutti quei cittadini, realtà politiche e comitati ambientalisti che non possono e non vogliono restare in silenzio di fronte all'ennesimo attacco al verde urbano. Infatti le politiche della attuale amministrazione comunale si sono distinte per il sempre maggiore sfruttamento delle aree verdi ai fini del profitto privato, della speculazione e dei grandi eventi, oltre che per la considerazione del verde pubblico non come una risorsa di per se stessa, da conservare e curare, ma come una porzione di territorio qualsiasi da sfruttare  a seconda delle necessità (senza bisogno di alterazioni o bonifiche). Di questa visione biecamente economica sono un esempio, oltre all'ultimo TODAYS, il progetto dell'ospedale al parco della Pellerina, il supermercato Esselunga da costruirsi nel parco Artiglieri da Montagna, l'abbattimento dell'alberata di corso Umbria (che avrebbe dovuto ripetersi in corso Belgio), la collocazione della ruota panoramica nel parco Ginzburg e il progetto della Cittadella dello Sport all'interno del parco del Meisino: nel quale, dentro la Zona di Protezione Speciale, da dieci giorni sono iniziati i lavori che stanno distruggendo una riserva naturale tutelata dall'Unione Europea. Ricordiamo infine l'abuso più simile a quello del parco della Confluenza, per giunta ripetuto per un quinquennio: quello del grande prato di Piazza d'Armi dove sono collocate strutture a supporto delle ATP Finals, sottratto ai cittadini per mesi e mesi durante e dopo l'evento che lo devasta.   
 
Inoltre,  le sacrosante proteste dei cittadini e delle cittadine contro questi progetti ecocidi il Comune di Torino le sta sempre più spesso trattando  come una questione di ordine pubblico - vedasi quelle al Meisino contro l'inizio dei lavori per la Cittadella dello Sport - ovvero con la repressione, dopo aver negato del tutto dialogo e partecipazione. Impossibile non notare le analogie con la costruzione del TAV in Valsusa.  Nonostante ciò al Meisino come alla Confluenza i cittadini e le cittadine  continuano a far sentire la loro voce: e noi continueremo a mobilitarci affinché l'esperienza del TOdays al parco della Confluenza, ma anche in altre aree verdi, non si ripeta.
 
Con questa lettera vogliamo ribadire che la voce di chi protesta non può rimanere inascoltata e che un confronto con l'amministrazione comunale di Torino, essendo diritto della cittadinanza ricevere informazione ed esprimersi, anche preventivamente, sulle sue scelte,  può però essere aperto solo se l'amministrazione comunale stessa è pronta a impegnarsi, di fronte agli evidenti danni provocati dall'ultima edizione del festival, a cambiare la collocazione di TOdays.
 
Per questo chiediamo all'Amministrazione comunale di Torino:
 
1) di riflettere sul fatto che il periodo storico segnato dalla crisi climatica, richiede agli amministratori pubblici di ripensare e ridimensionare anche gli eventi di intrattenimento;  
2) di escludere totalmente i parchi e le aree verdi pubbliche dai siti che possono essere utilizzati per la realizzazione di grandi eventi  e per l'allestimento di strutture temporanee e fisse di grande impatto. Pertanto chiediamo che a partire dal bando dell'edizione 2025 del TODAYS Festival, che abbiamo letto sui giornali essere già in preparazione, si escludano espressamente i parchi pubblici e le aree verdi pubbliche quali sue sedi.
3) di impegnarsi e attivarsi da subito per individuare prima e poi inserire all'interno del prossimo Piano Regolatore Generale in corso di elaborazione, edifici e aree apposite del territorio cittadino in cui collocare questo tipo di attività, selezionando luoghi in cui non siano arrecati danno e disturbo all'ambiente e alla popolazione.
 
 
No TODAYS al Parco della Confluenza
 

04 settembre 2024

Oltre al danno il flop (anche per merito della mobilitazione No Todays)


Apprendiamo dagli articoli di questi due giorni che i concerti del Todays Festival sono stati in gran parte un flop — a parte, in attesa dei dati SIAE, i Massive Attack — con, in alcuni casi, poche centinaia di spettatori invece delle migliaia attese. Non si soffermano gli estensori, però, a valutare anche la dannosità della scelta della nuova sede del festival, non considerando evidentemente rilevante l’aspetto ambientale.

Chiederemo senz’altro ai vari responsabili i rendiconti ufficiali del festival, finanziari e ambientali, esamineremo i dati forniti e vi contrapporremo le nostre valutazioni, ma pensiamo si possa già affermare che il trapianto del Todays Festival al parco della Confluenza non è riuscito: era prevedibile, perché difficilmente da un furto con destrezza può venire qualcosa di buono.

Si è scippato il nome a un evento consolidato, di dimensioni temporali e di affluenza moderate, che era inserito in uno spazio consono, per cercare di convertirlo in grande evento. E per renderlo economicamente sostenibile è stato deciso di ospitarlo in un’area molto più grande dove potessero essere organizzati pochi e costosi concerti di grosso richiamo con più spettatori e un biglietto d’ingresso non per tutte le tasche. Oltre che lo sperato ritorno economico, si è cercato un vistoso ritorno di immagine necessario per giustificare il cambiamento. E l’area individuata è stata il parco della Confluenza.

Si è scippato quindi alla popolazione un parco pubblico, apprezzandone soltanto la cubatura, il valore estetico della sua collocazione utile a richiamare pubblico e la facilità di gestione: una location fornita gratuitamente dal Comune, prêt-à-porter per un festival in parte finanziato con denaro pubblico.

Gli abitanti della zona hanno subìto i disagi e non hanno avuto alcun ritorno, e anche questo era scontato, visto che l’evento non è stato pensato né con loro né per loro, ma piuttosto contro di loro, che hanno dovuto subire la chiusura della pista ciclabile, dei decibel aggiuntivi rispetto a quelli della zona già molto trafficata, un’area verde confiscata. Qualcuno cerca di costruire una narrazione che descriverebbe gli eventi di questo tipo come una opportunità per ripulire il parco dagli schiamazzi e dai rifiuti, finendo — attraverso una spirale legalitaria — per estromettere ancora di più gli abitanti del quartiere dal parco e giustificare invece la speculazione sul verde pubblico. Un sotterfugio indegno di una buona amministrazione. Così come accompagnare a questa menzogna l’allontanamento delle famiglie rom, nel quartiere in cui ha sede il Centro Interculturale.

Si è scippato un rifugio alla fauna selvatica, e pare che uno degli sponsor del Festival, l’ormai onnipresente e onnivora IREN, sia responsabile anche dei lavori di manutenzione del ponte diga che hanno prosciugato mezzo fiume, rendendo come ogni anno difficile la sopravvivenza degli uccelli, specialmente di certe specie come Folaga e Svasso maggiore che in questo periodo hanno nidiate di pulli da svezzare. Non sarà il caso di ripensare tempistiche, durata e modalità di queste manutenzioni e pulizie fluviali, anche tenuto conto delle temperature torride di fine agosto?

Come se non bastasse, il 29 agosto vi è stato pure un avvio dei lavori anche nel parco del Meisino, per l’indesiderata Cittadella dello Sport, senza cronoprogramma né cartelli - quindi non in conformità con quanto previsto dalla normativa.

Purtroppo il danno ambientale del Festival c'è stato lo stesso, perché la minor affluenza di persone al Festival non ha significato un minor uso di luci e di fumi da spettacolo, anche al di là delle prescrizioni, né decibel inferiori. E a quanto abbiamo potuto intravedere da lontano, dato l’ampio transennamento del parco, un’ampia fascia di prato è inaridita, così come secca è l’erba tagliata per formare vie di accesso all’area del festival.

Oggi leggiamo finalmente una presa di posizione da parte della Direttrice dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese, che invita a considerare altre aree per questi eventi. L’Ente però ha emesso una Valutazione d’Incidenza Ambientale positiva (a 6 giorni dall’inizio dei concerti) così consentendo la realizzazione del Festival nel parco della Confluenza. Temiamo che fare marcia indietro sulle deboli prescrizioni emanate per questa edizione sarà difficile. Gli Assessori Purchia e Carretta annunciano che il nuovo bando sarà emesso a breve. Noi invece, per tutto quanto sopra, riteniamo che questa edizione del Todays debba essere ribattezzata Yesterdays (and Never More). Riteniamo finita l’era in cui parchi, spiagge, persino boschi si usavano come sedi per eventi musicali e di altro genere, con grande affluenza di pubblico. La conservazione ambientale esige di ripristinare le aree naturali: ora o mai più.

Il regolamento dell’Unione Europea, la Nature Restoration Law, e le prescrizioni sulle aree naturali restano lettera morta ma l’Assessora Purchia ha l’obbligo di lasciare in pace i parchi, perché la cultura non può prescindere dal rispetto dell’ambiente. E per quanto riguarda l’Assessore Carretta, vorremmo un grande assessore ai piccoli eventi, utili ai cittadini e compatibili con la natura, e non un piccolo assessore ai Grandi Eventi e alle ruote panoramiche. Non dimentichiamo le responsabilità dell’Assessore al Verde Tresso, dell’Assessora all’Ambiente Foglietta e dell’Ente per la Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese e ovviamente del sindaco Lo Russo.

Continueremo a opporci a ogni abuso delle aree verdi pubbliche.

MAI PIÙ FESTIVAL SULLE AREE VERDI!

Contro lo sfruttamento del verde pubblico
Salviamo il parco da Lo Russo&Co!
No Todays alla Confluenza 

01 settembre 2024

Risposta dei Massive Attack



I Massive Attack (tramite il loro manager) hanno risposto alla lettera pubblica inviata da No Todays al Parco della Confluenza. Hanno spiegato che hanno ricevuto una lettera dal Sindaco Lo Russo in cui viene garantito loro che il concerto si svolge nel rispetto dell’ambiente e della fauna, grazie ai provvedimenti presi su indicazione di professionisti e hanno proposto di risentirci dopo il concerto. Abbiamo preparato una nuova lettera per i 𝙈𝙖𝙨𝙨𝙞𝙫𝙚 𝘼𝙩𝙩𝙖𝙘𝙠 che rendiamo pubblica. Rinnoviamo l'invito per domani, dalle ore 17 in piazza Sofia per il presidio.

Cari Massive Attack, 

attraverso i media il Sindaco e la sua squadra hanno raccontato alla popolazione le stesse cose che hanno scritto a voi. Però la verità è un po’ diversa.

L’area in cui si sta tenendo il festival è immediatamente contigua alla Zona di Protezione Speciale (ZPS): infatti tale ZPS comprende entrambe le sponde del fiume.  
Le attività che si svolgono nelle aree contigue sono soggette a valutazione di incidenza, poiché possono avere un impatto negativo sulle Zone di Protezione Speciale, in quanto il rumore, la luce, l'inquinamento non possono essere confinati entro le zone contigue. Per giunta, come potrete vedere con i vostri occhi, è stato deciso di aprire la diga per manutenzione proprio in questo momento, così più di metà del fiume è prosciugata. Le anatre sono scomparse e altri uccelli acquatici sono costretti a stare vicino alla riva su cui si tiene il Festival. Inoltre l'amministrazione ha deciso di trasformare una parte della Zona a Protezione Speciale nel Parco del Meisino in un centro sportivo, abbattendo alberi e interferendo persino con le aree umide (un progetto da 11,5 milioni di euro che dovrebbe partire nelle prossime settimane: e questo è quanto per ciò che riguarda l'impegno del Sindaco per l’ambiente. In realtà potremmo raccontarvi molto di più).

Pensiamo che sappiate meglio di noi che il suono si espande ed è riflesso dalle superfici e dall'acqua. Quindi il fatto che il palco non sia rivolto esattamente verso la riva non significa che il suono non raggiunga l'altra riva e il Parco del Meisino con la sua ricca fauna selvatica.  

Quanto ai professionisti menzionati nella lettera, non sappiamo se il Sindaco si riferisca al “faunista” ingaggiato dagli organizzatori stessi (la Fondazione Reverse; non riteniamo tale soggetto essere imparziale) o all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che secondo noi avrebbe dovuto respingere questa location, invece di approvarla soltanto sei giorni prima del Festival, quando non si potevano fare obiezioni. L’Ente ha prescritto alcune regole che gli organizzatori dovrebbero seguire per quanto riguarda le luci e i decibel ma riteniamo che siano deboli e l’Ente non sembra stare controllando la loro applicazione ed efficacia (per esempio le luci sono rimaste accese tutta la notte dall'inizio dell’installazione del Festival, in violazione di tali prescrizioni). 

Monitorare la fauna prima e dopo l'evento è ovviamente una prescrizione ridicola: se gli animali non ci saranno più, il sindaco o l'Ente o i professionisti andranno a informarli che il festival è finito e che possono tornare nel parco?

La mobilità dolce non è stata incoraggiata ma impedita, in quanto la pista ciclabile che corre attraverso il parco lungo la riva ed è usata da molte persone per evitare il traffico è stata chiusa da quando hanno iniziato a installare il palco a metà agosto. 

E per quanto concerne l’“importanza dell'evento da un punto di vista socioculturale”, dobbiamo evidenziare che è stata pari a zero. 
Questo non è un quartiere ricco, la maggior parte delle famiglie non possono permettersi di pagare biglietti da 40-50 euro per assistere a un concerto, quindi non traggono vantaggio dal festival: stanno venendo soltanto disturbate dal rumore e private dell'uso di una vasta porzione del parco per quasi un mese. Non sono state coinvolte nella decisione di usare il parco come una location per un festival e alcune famiglie rom che abitano nei dintorni sono state allontanate. A proposito, il nostro Sindaco e la sua squadra, così come gli sponsor (IREN e Fondazione Compagnia di San Paolo) non sono particolarmente favorevoli alla causa palestinese. Provate a farli venire al concerto e sventolare una bandiera palestinese o dire la parola genocidio, se ci riuscite.

(E questo è stato praticamente tutto, da parte del Sindaco, sinora.)

Dato che la protesta contro l’uso del Parco della Confluenza è pubblica e tutte le azioni che ne fanno parte lo sono anche, da parte nostra è doveroso rendere pubblica la posizione del gruppo sulla sua partecipazione al concerto e le motivazioni, comunicati nella mail di ieri e anche questa nostra risposta

Vi ringraziamo per la risposta e per l’offerta di risentirci dopo il Festival, ma non pensiamo che sarebbe utile alla nostra causa, che mira a far cessare dal tenere i grandi eventi nei parchi pubblici, specialmente ma non solamente nelle riserve naturali.  Nel 2024 l’ambiente deve essere al primo posto e a Torino ci sono tante altre aree in cui un evento di dimensioni ragionevoli può aver luogo senza disturbare la fauna selvatica.  

Se siete d’accordo con noi potete lanciare un appello durante il concerto o, se volete, potete permetterci di leggere una breve dichiarazione dal palco. Non abbiamo contattato gli altri artisti perché non sono rinomati per il loro impegno ambientale come voi. 

Attenderemo la vostra risposta.

Cordiali saluti.


CI VEDIAMO LUNEDÌ 2 SETTEMBRE ALLE ORE 17 IN PIAZZA SOFIA LATO PARCO
Contro lo sfruttamento del verde pubblico
Salviamo il parco da Lo Russo&Co!
No Todays alla Confluenza

FERMIAMO LE POLITICHE DEVASTATRICI DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE TORINESE!

PRESIDIO CITTADINO LUNEDI' 23 SETTEMBRE, ORE 16 PIAZZA PALAZZO DI CITTÀ Finisce il festival TODAYS ma continua la nostra mobilitazione c...