Mercoledì 4 giugno 2025 la VI Commissione Consiliare del Comune di Torino "Ecologia, Ambiente e Verde Pubblico" è convocata con all'ordine del giorno
PARERE DELLA VI COMMISSIONE CONSILIARE, AI SENSI DELL'ART. 81, COMMA 7, DEL REGOLAMENTO DEL VERDE PUBBLICO E PRIVATO, N. 317, PER L'EVENTO KAPPA FUTURFESTIVAL 2025 A PARCO DORA.
Ancora Parco Dora alla ribalta: ma non per un intervento di incremento e miglioria del verde di prossimità per le migliaia di persone che abitano nella zona, ma per ottenere l’autorizzazione a requisirne i prati che verrà verosimilmente accordata, come immancabilmente accaduto per tutte le aree verdi in questi quasi vent’anni da che il Regolamento del verde è entrato in vigore (317/ 2006).
A causa del debito olimpico che ha incatenato la Città alle banche, il patrimonio pubblico è stato svenduto e adesso resta il verde pubblico da aggredire pezzo a pezzo, in via transitoria ma ricorrente, con le attività di intrattenimento (mentre si cancellano i diritti sociali) o in via definitiva come nei parchi Meisino, Pellerina, Cavalieri di Vittorio Veneto (Piazza d’Armi), Artiglieri di Montagna.
Evidentemente è questa l’interpretazione del Regolamento europeo sul ripristino della natura secondo la Giunta in carica, che ha ottenuto il suo straordinario successo elettorale (l’ha votata un avente diritto al voto su quattro) anche affermando che avrebbe azzerato il consumo di suolo: invece non solo aumenta il consumo, ma anche il degrado, fenomeno antropogenico che pure contribuisce al rilascio di anidride carbonica in atmosfera.
Il doppio insediamento del Kappa FuturFestival e di Terra Madre - Salone del Gusto l’anno scorso (già verificatosi nel 2022: e quell’anno il tema di Terra Madre era la rigenerazione!) ha lasciato i segni della devastazione per mesi. Ma anche un ‘verde su macerie’ (come viene appellato in modo denigratorio) e periferico ha diritto ad attenzioni specifiche pari a quelle dedicate alle aree vetrina del centro. Perciò riteniamo che sia l’allestimento/smontaggio che l’evento debbano svolgersi solo sulla parte cementificata rendendo non accessibile ai macchinari e ai flussi di persone richiamate dal Kappa - se vogliamo avere un Futur(o) - il tappeto erboso, di cui si svalutano il valore ecosistemico e di assorbimento della CO2: “... tanto poi l'erba ricresce”. Le operazioni di ripristino, che non sarebbero necessarie se il verde pubblico fosse trattato come tale e basta, comportano costi ed emissioni.
Rilevante è infatti anche il tema della proprietà e della disponibilità pubblica di un bene comune che viene sottratto alla collettività per consentire a privati di fare profitti, con la narrazione di una ricaduta economica positiva sulla città e sulla popolazione mai dimostrata né quantitativamente né qualitativamente (narrazione peraltro alla base dell’ideazione di molti grandi eventi in tutte le parti cittadine, che siano su aree verdi oppure no).
Cogliamo l'occasione per ribadire la richiesta che il prossimo Piano Regolatore che dovrebbe essere approvato in forma preliminare a dicembre - auspichiamo da una Giunta priva di assessori accusati di abuso edilizio e corruzione - individui una o più aree NON verdi all'interno di quelle dismesse in varie parti della città in cui possono essere collocati eventi musicali oppure di altro tipo, lasciando tutti i parchi e le aree verdi alla funzione loro tipica, ossia al servizio del benessere degli abitanti umani e non umani, presenti e futuri, della città, e non mercificandoli per uno sfruttamento economico effimero o permanente.